maurizio camarda

In Italia la cultura del “Km zero” è approdata in tempi recenti, ed ha trovato da subito un terreno fertile in particolar modo nel settore agricolo dove la maggior richiesta di prodotti di provenienza locale ha avuto un’ “effetto volano” sulla nascita e sulla moltiplicazione quantitativa dei “Farmer Markets”, ovvero i “mercati contadini”, nei quali agricoltori ed allevatori, evitando le maglie della grande distribuzione offrono i loro prodotti direttamente al consumatore.

Parallelamente a questo “nuovo sistema d’acquisto”, anche il mondo della ristorazione ha accolto e sfruttato le opportunità offerte dai mercati del territorio: sono infatti in costante aumento i “mercati a chilometro zero”, nei quali vengono venduti prodotti curati secondo la tradizione, rigorosamente di provenienza locale.

Non meraviglia certo il sapere che anche altri settori economici si stiano avvicinando verso queste visioni economiche . Tra di essi anche il settore della Cultura e dell’Arte, ne trova i suoi benefit: i risvolti positivi della “filiera corta” del chilometro zero per questo settore sono numerosi, a partire dalla competitività dei prezzi di alcune forniture su (Comunicazione, Promozione e Marketing), che non subiscono i rincari generati dal passaggio di mano fra un intermediario e l’altro. Oggi giorno, grazie allo sviluppo della rete e all’utilizzo di alcuni programmi informatici “Open Source” è possibile diventare piccoli produttori globali di diversi servizi organizzativi artistici.

Inoltre, la provenienza locale delle compagini artistiche, garantisce un notevole abbattimento dei costi, eliminando le intermediazioni da parte di segreterie e agenzie artistiche, valorizzando le tradizioni artistiche locali.

Il presupposto stesso del “Km zero”, inoltre, fa si’ che gli allestimenti artistici siano minimali, ma altamente funzionale, sfruttando il più possibile le ambientazioni e le scenografie naturali e sapendole correttamente valorizzare. Tutto ciò vedrà un naturale utilizzo di trasporti solo su distanze relativamente brevi, il che consente di conseguenza la riduzione dei consumi energetici e delle conseguenti emissioni di anidride carbonica.

Le organizzazioni che si occupano di “Artecoltura” sono gestite da produttori locali e sono generalmente di dimensioni ridotte. La parte più interessante e preziosa del business di queste organizzazioni, non è il mantenimento delle attività esistenti: operare in modo efficiente oggi come abbiamo fatto in passato. Chi si occupa di “Km zero” è abile nel mantenere lo “status quo”, ma se questo fosse tutto ciò che sono in grado di fare, l’economia dell’Arte non riuscirebbe  mai a crescere.

Per gli “Articoltori”, la crescità diventa una nuova “Mission” più importante della conservazione stessa. Crescere significa creare qualcosa di nuovo e di prezioso, per stupire il mondo e fornire agli Enti Pubblici, agli Sponsor e agli Spettatori più di quello che vogliono per molto meno di ciò che sono disposti a dare (in termini di denaro, risorse, tempo, spazio ed energia).

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Maurizio Camarda

 

 

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