Ciao da Maurizio, tutti sappiamo, che   fare musica non  è   solo un puro esercizio di perfezionismo tecnico, ma capisco   quando venite a raccontarmi che è veramente difficile lasciar andare quel desiderio di “riuscire a suonare tutte le note perfette, soprattutto durante le  audizioni e le competizioni.

Allora continuerò a ripetermi anche oggi, perché paradossalmente, uno degli ingredienti chiave per il successo delle prestazioni (in una performance “perfetta”) sta proprio nel lasciare andare la ricerca della perfezione.

Può sembrare un po ‘ un controsenso, ma scoprirete presto che la perfezione è un’illusione. È un po’ come l’illusione ottica di via Piccolomini a Roma.  Siete mai stati in via Niccolò Piccolomini? È una strada non troppo grande, tra l’Aurelia Antica e via Leone XIII. Un viale che, in linea d’aria, punta dritto su San Pietro. Ma ha una particolarità: più ci si avvicina al Cupolone e più sembra piccolo, più  ci si allontana e più sembra ingrandirsi.

Esattamente come nella musica.  Più ci si accanisce nella ricerca della perfezione   è  questa  più si allontana. Più si riesci a rimanere rilassati ed a lasciare andare   e maggiori  margini di miglioramento  si  riscontrano.

Mirare alla perfezione è una cosa. Aspettarsi la perfezione, pretenderla, e farne una “malattia” è  tutto un altro discorso.  E allora? Allora dovete  abbassare i  vostri standard?

Assolutamente NO!  Dovete mantenere alti i vostri  standard, magari persino aumentali, ma dovete  cambiare  la vostra definizione di perfezione.

Una volta, da ragazzo ho sentito  il celebre violinista Franco Gulli definire  il perfezionismo come ” una sindrome che ci fa rimanere bloccati  nei dettagli  ma che ci fa dimenticare del tutto  il vero obiettivo  del fare musica”.

Non esiste definizione migliore. In effetti, trascorriamo la maggior parte del nostro tempo concentrandoci sulla tecnica e sui problemi tecnici, lavorando per migliorare le nostre competenze in questo settore e spesso dimentichiamo le finalità di tutto il lavoro fatto.

Quando iniziamo ad apprendere un nuovo pezzo, la maggior parte del nostro focus inizia con i dettagli tecnici piuttosto che con gli elementi musicali, e molte volte non leghiamo i due insieme finché non abbiamo ottenuto gli elementi tecnici sotto le nostre dita.

Questo approccio è un errore tipico che commettiamo  un po’  tutti, sia che   siamo principianti o solisti di livello mondiale avanzati.

Per evitarlo, dobbiamo prima capire che cosa vogliamo dire o comunicare al nostro pubblico, dopo di che, sapremo quanto lavoro  necessitiamo sulle problematiche tecniche al fine  di trasmetterle  con successo in chi ci ascolta. Volete trasmettere maggiore sentimento in questa frase? Quali elementi musicali potrebbero trasmettere questo? Che tipo di tono, articolazione, fraseggio, ecc. Suggerirebbero angoscia? Quale tecnica è richiesta per eseguire con successo questi elementi musicali? Controllo dell’arco? Controllo del respiro? Coordinazione della mano sinistra o della mano destra?

 

Utilizzerò una metafora: prendete un golfista, per esempio. Se il golfista si concentra troppo sulla capacità di oscillare “perfettamente” e non abbastanza su dove vuole che la palla vada, la palla spesso non andrà dove volevamo che andasse.  Pensateci.  Quanto sia perfetto lo swing non ha molta importanza .  La vera cosa importante nel golf è la destinazione finale della palla.  Se invece vi concentrate su dove volete che la palla vada,  il  vostro  corpo troverà  un modo per portarla lì (supponendo  ovviamente, che  abbiate avuto il giusto allenamento  e vi siate esercitati correttamente).

Bruno Giuranna una volta mi disse  che  “se sei nervoso, significa che non conosci abbastanza bene la musica”. Penso  avesse voluto dirmi,  che se conosci davvero la musica, hai un’idea molto chiara di ciò che stai cercando di dire, e rimani molto  più concentrato  su questo durante la  performance (il messaggio, non i dettagli tecnici su come farlo).

Le limitazioni della capacità di attenzione del vostro cervello lasciatele con pochissime opportunità di elaborare pensieri legati a preoccupazione, nervosismo, insuccesso, ecc. In altre parole,  se imparerete ad  essere molto concentrati  sulle cose importanti  e  di  cui avete il controllo, non avrete il tempo di essere nervosi.

Quando  ci si  concentra sulla musica e su ciò che si  intende  “comunicare , i nervi tendono a non essere più un problema, ma soprattutto,  finirete  per suonare meglio, anche in termini di intonazione e  di suono. Quando  avete  qualcosa di speciale da comunicare, tenderete  a preoccuparvi  solo di dirlo, invece di preoccuparvi  se  il “ passo  uscirà perfettamente”.

Vi lascio con questa citazione anonima: ” L’unica ragione per la padronanza della tecnica è assicurarsi che il corpo non impedisca all’anima di esprimersi. “

Buona Giornata. Maurizio Camarda

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