Conservatori di Musica : Fabbriche di disoccupati?
ATTO PRIMO
Cari amici, oggi voglio parlarvi del concetto di FUTURO dei giovani musicisti . Sono un ESPERTO di ottimizzazione delle risorse umane del settore artistico culturale, e di sviluppo d’impresa del terzo settore. Sono quello che molti definiscono un “FORMATORE“, perchè spesso vengo chiamato ad insegnare queste tecniche nei seminari e nei corsi di formazione ad organizzatori culturali, giovani musicisti , responsabili di Enti e a tutti coloro che della musica e dell’arte ne fanno la loro professione.
Presso S.C.S Cultura & Spettacolo, centro di formazione ricerca e sviluppo di Vicenza , curo assieme al mio staff la ricerca sullo sviluppo delle nuove professionalità lavorative legate al settore della cultura e dello spettacolo.
Dalle esperienze delle nostre ricerche, siamo convinti che l’analisi dei mercati occupazionali, sia di grande importanza per lo sviluppo personale del musicista ma prima di addentrarci nella scioccante realtà vorrei introdurre il concetto di futuro:
Consentitemi di raccontarvi una breve e simpatica storiella indiana per descriverne il processo:
“Una volta, per diventare un vero guerriero Cheyenne, raccontava Lupo Bianco, un vecchio capo indiano ai giovani della tribù, bisognava saper fare due cose essenziali:
danzare su uno strato di carboni accesi fino a spegnerli con i piedi nudi nella danza del fuoco e saper uccidere il bisonte con un solo colpo di lancia. Chi era in grado di fare tutto questo era senz’altro anche un buon guerriero”. Queste erano le parole di saggezza che si pronunciavano un tempo nei villaggi Cheyenne. Poi con il passare del tempo, il sistema di vita della tribù si modificava gradualmente:
arrivò l’uomo bianco con l’esercito che li costrinse a vivere nelle riserve, i bisonti si spostavano sempre più verso nuovi territori troppo lontani dalle riserve o venivano decimati dai cacciatori bianchi con i fucili. Solo gli anziani non vogliono cambiare il modo di vivere continuava Lupo Bianco : “insistono a voler addestrare i giovani alla caccia del bisonte e ai segreti della lancia. Io vi dico invece che il vero Cheyenne è quello che sa affrontare le sfide e che fidandosi del proprio cuore sa leggere nel futuro .
Imparate dall’uomo bianco, voi che siete ancora giovani ed in tempo: impadronitevi di tutti i suoi segreti, imparate ad usare le canne tuonanti ed imparate a leggere i suoi trattati .Non abbiate paura a cambiare il vostro modo di vita e di pensare. La dignità va bene solo per me che sono vecchio e che me ne sto andando verso i beati territori di caccia, ma voi no! Voi non potete sbagliare! Voi dovete farcela perchè il popolo Cheyenne ha bisogno che voi viviate!.”
Una volta parlare del futuro, era un discorso solo ed esclusivamente dedicato ai giovani, a quelli che avevano una vita davanti. Oggi, i tempi sono cambiati , le sagge parole di “Lupo Bianco”, sono diventate una incoraggiante realtà, perché il futuro non riguarda più solo i giovani, ma incomincia a riguardare un po’ tutti. In una società come l’attuale, anche il settore della musica classica ha risentito delle enormi difficoltà occupazionali. La facile reperibilità o quasi di un posto di lavoro, la conservazione dello stesso fino alla pensione e la certezza di uno stipendio mensile, appartengono ormai ad un passato lontano.
Eppure nel campo musicale artistico la situazione appare diversa:
Se c’è un Paese dove abita la cultura musicale questo è gli Stati Uniti d’America, ma l’Italia è seconda per numero di istituzioni musicali. Lo dicono i dati presentati ai Primi Stati Generali della Musica ospitati da Cremona Fiere quest’anno.
Negli Usa ci sono 138 Conservatori, in Italia sono 68, seguita da Spagna (52) e Germania (31). Seguono il Portogallo con 24 conservatori, uno in meno della Francia (25). Poi il Giappone che ne conta 20,14 in Austria, Finlandia e Australia.
In Italia il Veneto si distingue per numero di Conservatori (7) seguito da Lombardia (6), Emilia-Romagna (5) e Puglia (5). Analogamente per teatri lirici e orchestre gli Stati Uniti d’America con 437 sono abbondantemente avanti a tutti e questa volta l’Italia (62) è solo terza sorpassata dalla Germania (169 orchestre e teatri lirici) e incalzata dall’Austria^).
In Italia la leadership della Lombardia (9 orchestre e teatri lirici) e di Milano in particolare, insidiata da Emilia-Romagna (8) e Lazio (8) dove quasi tutto si concentra nella Capitale (7). Si difendono bene città medie come Parma e Verona, forti di una loro radicata tradizione musicale.
Analizzando poi i dati su licei e scuole ad indirizzo musicale scuole medie a indirizzo musicale attive in Italia, si evidenzia una forte concentrazione nel meridione a fronte di Conservatori, orchestre e teatri lirici che sono al Nord. E tuttavia la Lombardia (7) è la prima regione per numero di licei musicali e coreutici con Puglia (5) e Campania (5) subito dietro. Le scuole medie con indirizzo musicale spopolano in Campania (158), Sicilia (139), Puglia (119) e Calabria (113).
Il parco docenti complessivo è stimato intorno alle 10.000 unità di cui quasi 6.800 soltanto nei Conservatori e negli istituti musicali pareggiati
Tra conservatori e istituti musicali pareggiati sono oltre 49mila gli studenti iscritti. Quasi 2000 sono poi gli iscritti stranieri che arrivano specialmente dalla Corea del Sud, dalla Cina e dal Giappone. La vena musicale è certamente più forte al Sud. Con quasi 5.800 studenti la Puglia batte tutti per numero di iscritti nei Conservatori e negli istituti musicali pareggiati. Solo quarta la Lombardia (3.700) e quinto il Veneto (3.600).
Ma premesso tutto questo lo sapete quanti sono i diplomati di Conservatorio che escono ogni anno?
Ovviamente recuperare i dati aggiornati è cosa quasi impossibile (cosa normale in Italia), ma analizzando i dati relativi ai neodiplomati (fonte Ministero Università) degli anni passati (fino a tre anni fa) abbiamo le seguenti proiezioni:
Anno Scolastico 2007/08 diplomati n. 5.374;
Anno Scolastico 2008/09 diplomati n. 5.780;
Anno Scolastico 2009/10 diplomati n. 6.143.
Vediamo che solo in un triennio sono aumentati del 14,3%. Per curiosità personale, sono andato a vedere quanti fossero tredici anni fa all’inizio del nuovo millennio, nell’ Anno Scolastico 1999/2000, quando le cose «andavano bene»: ebbene? I diplomati erano 3.229.
Non sbaglio di tanto, quando spesso affermo che dal 2000 ad oggi i Conservatori hanno sfornato quasi 55000 diplomati in poco più di 10 anni.
Vi rendete conto che numero impressionante! (LO RIPETO: CINQUANTACINQUEMILA ) nuovi Professori di strumento, aspiranti lavoratori del mondo dello spettacolo.
MA QUALE FUTURO LAVORATIVO ARTISTICO E’ POSSIBILE PER 55000 PERSONE?…………………… Meditateci sopra!
PASSAPAROLA! GRAZIE!
Ottima analisi…
Quindi?
nei prossimi articoli le risposte!!!! Ciao Maurizio Camarda