TIME MANAGEMENT & METODO TOYOTA
Nel linguaggio Toyota, in termini generali, si parla di “trasformare i movimenti in lavoro”. Una persona può anche avere l’intenzione e l’impressione di lavorare molto, ma se esegue molti muda e azioni accessorie (azioni senza valore aggiunto come ad esempio correre per niente o stare davanti al computer rapiti dalla rete senza un obiettivo finale, nel campo musicale si dice suonare da capo a fondo senza studiare e analizzare ecc….., allora si tratta semplicemente di azioni che non possono essere denominati “lavoro”.
Nel sistema Toyota si intende “lavoro” quando i processi vanno avanti e le opere vengono sempre completate.
È necessario cambiare i “movimenti” in “lavoro”, riducendo i muda e le operazioni accessorie e aumentando la percentuale delle operazioni nette, ovvero di quelle operazioni che aumentano il valorore aggiunto del proprio lavoro.
A questo punto sono necessarie alcune domande importanti – “Questa operazione è davvero necessaria?”, “Il modo di eseguirla non potrebbe essere semplificato?”, “perché si seguono queste modalità di esecuzione?” – aiutano a scoprire gli elementi che in giapponese vengono chiamati mura, muri, muda (rispettivamente, “irregolarità”, “assurdità-sovraccarico delle risorse”, “spreco”) e quindi si passa alle attività di kaizen, di miglioramento.
Voi direte:… ma allora ci vuole sempre qualcuno che controlla in grado di correggere!. In genere, i dirigenti o i manager hanno la tendenza a valutare positivamente il subordinato che si muove indaffarato mentre suda abbondantemente: “è un ragazzo davvero molto impegnato!”. Non sono pochi i casi, però, in cui un tale collaboratore in realtà non sta procedendo correttamente nello svolgimento delle operazioni. Potrebbe svolgere con più comodità le operazioni se eliminasse mura, muri, muda e, invece, si comporta producendo irregolarità, sovraccarichi e sprechi.
Personalmente, mi è capitata per alcuni anni un’ identica situazione lavorativa con un socio esperto ( di cui non farò il nome per ragioni di rispetto della privacy). Era sempre in movimento o al telefono, sembrava che senza di lui il team e la struttura non potesse sopravvivere un solo giorno. Era una persona molto dinamica che continuamente pensava al lavoro e che non riusciva mai a staccare la testa da esso. Ovviamente tutto il team lo vedeva come un “ Superman”, tutti i funzionari degli Enti con cui avevamo a che fare lavorativamente dicevano “ ….ma è davvero bravo, ci risolve un sacco di problemi…ed è sempre presente!
Praticando arti marziali legate alla filosofia zen come il Kendò e lo Iaidò , ho imparato, dopo anni di quotidiane riflessione sullo spreco delle energie marziali, a comprendere praticamente anche cosa intendesse“Toyota” quando parla di “Muda”………. ACCIDENTI SE LO AVESSI SA PUTO PRIMA!!
Forse…….. quando notavo il sudore di quell’ex socio, non avrei fatto delle valutazioni azzardate sovrastimandolo e forse, mi sarei posto maggiori domande del tipo : “Non ci saranno degli sprechi da qualche parte?”, “non ci sarà un modo di fare più comodo e più semplice?”. Forse, dico forse anch’io avrei abbandonato la convinzione per la quale “il modo di fare attuale è il migliore”, “per questo motivo non c’è bisogno di cambiare niente”, “ abbiamo sempre fatto così, non possiamo aver sbagliato per tanto tempo”. All’epoca guardavo con questi occhi, era chiaro che anche i muda visibili diventano invisibili…….ACCIDENTI SE LO AVESSI SAPUTO PRIMA!!
Proprio per questa esperienza personale vissuta, continuo a raccomandare a tutti che è necessario rivedere i meccanismi del proprio lavoro ponendosi abitualmente e in modo consapevole delle domande molto franche: “Il modo di fare attuale è davvero il migliore?”, “È necessario?”, “Non si può renderlo più semplice?”, “Perché?”. Così facendo, sicuramente ci si renderà conto che davanti agli occhi ci sono tantissimi sprechi e che c’è spazio per migliorare molti di essi ed avere di conseguenza molto più tempo a disposizione anche per se stessi.
Domo Arigato!……… Maurizio Camarda
Scrivi