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Conosco un violinista che è uno  delle migliori “spalle”  professioniste nel suo campo.  Tutti quelli con cui questo amico lavora lo riconoscono. Ma allora perché si fa pagare tra il 30 e il 40 per cento in meno dei suoi colleghi, sicuramente meno esperti e meno bravi di lui?

Come al solito, il problema è la paura. Assurdamente il mio amico teme che, facendosi pagare di più, perderebbe non solo i concerti e tutti I  suoi  contatti orchestrali , ma anche la fama musicista  corretto e onesto professionalmente.

Come molti altri è convinto che la ragione essenziale del suo successo sta nelle sue tariffe “ragionevoli”. Sciocchezze! Il motivo per cui riesce a mantenere i suoi numerosi concerti  è che è molto bravo nel suo lavoro! Punto.

La verità è che potrebbe raddoppiare il prezzo delle sue prestazioni, e conservare ugualmente quasi tutti i suoi contatti .

Suonare sotto costo può creare alcuni seri problemi, di cui spesso non ci si rende conto. Forse il più grave è che, se ti fai pagare meno del dovuto per i tuoi servigi, ti ritrovi con un’agenda falsamente fitta di impegni, e non ti resta né il tempo per lo studio né l’energia per dedicarti ad altri concerti o incarichi molto più proficui, che potrebbero contribuire a creare la carriera che desideri.

Facciamo due semplici conti. Questa mio amico, tanto per fare un esempio, lavora ad una media di 60 euro netti  per giornata di prove, (generalmente per due giornate di  2 prove e un concerto)  alla settimana per un’ importo all’incirca di  180,00 Euro.  Di solito, la maggior parte dei musicisti, mossi dalla cieca passione per la musica, non calcolano quasi mai il tempo necessario per, gli spostamenti in auto, le sei ore impiegate per  ogni singola prova, il tempo impiegato per il concerto, la manutenzione dello strumento (corde e incrinature ecc) , il costo della lavanderia per il frak, la fatturazione, il costo del commercialista o della cooperativa e altre cose varie.

Infatti se questo mio amico lo facesse, scoprirebbe che i 12,00 euro orari corrispondenti al  pagamento del suo caschet, detratti da tutte le spese e gli ammortamenti appena descritti, trasformano la sua  paga in 6/7 euro l’ora (ovvero meno di una donna delle pulizie).  Io, ho grande rispetto per le donne delle pulizie, ma generalmente,  all’interno di questa categoria,  una persona non studia  vent’anni per diventare una  brava  professionista.

Realisticamente, questo  violinista  è costretto ad entrare in superproduzione, correndo geograficamente da una parte all’altra (da un trio a un’ensemble o a un’orchestra ecc.)  in quanto, (non avendo un posto d’insegnamento), ha necessità  di tutte le sue entrate per  riuscire a sopravvivere.

La sua aspirazione, che continua a rimandare ormai da anni, sarebbe quella di poter studiare la lingua tedesca e  quella inglese, per poter espandere i suoi contatti lavorativi all’estero. Ma si lamenta di non averne il tempo.

 A mio parere, invece, è esattamente il contrario. Vale a dire, non ha il tempo per non farlo!

Facciamo un’ipotesi, per il gusto di ragionare. Immaginiamo che il mio amico abbia deciso di aumentare le sue tariffe, diciamo da 60 euro  a  100  euro  nette a giornata (considerata  la sua bravura indiscutibile). E ammettiamo che questo fatto gli  abbia effettivamente alienato qualche contratto . Immaginiamo lo scenario peggiore, e cioè che il 50 per cento dei suoi concerti sia stato perso. Ecco cosa potrebbe succedere:

  1. il mio amico guadagnerebbe esattamente la stessa cifra di prima in circa metà tempo. Scrollandosi di dosso la paura, con questa decisione avrebbe recuperato il tempo necessario per realizzare il suo sogno di rimettersi a studiare le lingue straniere . Ma non è ancora finita.
  2. Alcune orchestre che gli sono rimasti fedeli, pur di averlo come “spalla” nel loro organico, sarebbero chiaramente in grado di pagare il suo caschet giornaliero rincarato. In questo modo, avrebbe quindi messo in moto un sistema completamente diverso di concepire il lavoro, un modo che gli permetterebbe  di svolgere tranquillamente la sua attività senza rancori o rimpianti, di continuare a fornire un’ottima professionalità violinistica e allo stesso tempo di avere la libertà di realizzare il suo vecchio sogno.

Non è che voglia consigliare tariffe alle stelle o addirittura impraticabili dal mercato musicale .  E non intendo nemmeno sostenere che sia sempre giusto e/o necessario alzare il prezzo delle proprie prestazioni.

 Ho tuttavia scoperto che per paura o per ansia molti musicisti si fanno pagare meno del dovuto. Purtroppo questo è il sistema per andare dritti verso il fallimento (oltre che a creare danni seri al mercato musicale), perché ti crei una serie di richieste fittizie di tempo e di energia, per cui ti sembra di essere pieno di impegni, ma ti resta poi ben poco tempo da dedicare alla creazione della tua carriera.

Il mio consiglio è di farsi pagare il prezzo giusto. Con questa strategia realistica, basata sulla fiducia in te stesso, eviterai rimpianti e risentimenti, e potrai dedicarti allo studio di tutte quelle materie di compensazioni, oggigiorno indispensabili per essere competitivi (lingue straniere, comunicazione, marketing musicale, principici di mangement culturale ecc.), per la creazione della tua vera  carriera.

Buona Giornata a tutti da Maurizio Camarda

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