ansia

 

Diversi anni fa, durante una visita presso la bottega artigiana di un vecchio e rinomato liutaio cremonese, assistetti ad una “messa a punto” di un ponticello eseguita su un prezioso strumento di un giovane violoncellista. Contemporaneamente al lavoro di precisione svolto dalle sue abili mani su un pezzetto di acero, l’anziano artigiano parlava con noi presenti del più e del meno, sulle problematiche della musica classica legate ai concerti, alle lobby e ai poteri forti del mercato musicale italiano.

Tra i tanti discorsi fatti, mi rimase impressa una frase detta dal liutaio a quel giovane violoncellista:   “ Ricordati sempre che puoi accampare scuse e puoi fare carriera, ma non puoi fare tutt’e due le cose insieme.”

 Ad essere sinceri, la prima volta che l’ho sentita, m’è sembrata una frase un po’ dura e cruda. Ma ad un esame più attento mi sono reso conto che non era per niente tale. Anzi era un’ottima ricetta per ridurre le preoccupazioni e un utile strumento per conseguire il successo nella musica.

Provate a pensarci: le “scuse” spesso non sono altro che un’espressione di paura: “Temo di non avere tempo”, oppure: “Temo di uscire dalla mia sfera d’interessi”, o ancora: “Ho paura di quello che potrebbe pensare la gente”, o: “Temo di non poterlo fare”, o: “Credo che non sia compatibile con la mia natura.” Quando rimuovi la paura che sta dietro queste affermazioni (quando cioè smetti di preoccuparti), crei lo spazio e la sicurezza per poter procedere.

Un musicista di successo, con una vita piena di impegni, deve affrontare le stesse frustrazioni, gli stessi ostacoli e timori di chiunque altro, ma anziché sentirsi sconfitto o paralizzato dalle proprie paure e preoccupazioni, le vince. Dopo tutto la miglior definizione del coraggio è essere spaventati, avere paura di fare una cosa, ma farla ugualmente.

Una persona che ha l’abitudine di accampare scuse, si preclude l’accesso al proprio potenziale massimo.

 Quotidianamente, parlo con parecchi musicisti che si trovano in queste situazioni. Sono quelli che non si sentono mai pronti ad affrontare la vita. Hanno paura ad affrontare il mercato del lavoro credendosi non ancora pronti. Sono quelli sempre pronti a dirti “scusami… debbo studiare” e continuano di anno in anno ad iscriversi ad una  nuovo corso di laurea o a un nuovo diploma di Conservatorio.

Conosco personalmente persone che posseggono 5/6 diplomi musicali. Ovviamente, nonostante il loro “albo d’oro personale” non riescono a sbarcare un lunario decente. Poi, ci sono quelli presi dalle troppe scelte lavorative.  Anche di questo genere di musicisti ne conosco parecchi.  Ancor prima di salutarti, si rivolgono con “scusami…. non ho tempo, ho prove!” con il duo, con il trio, con il quartetto, con l’ensemble, con l’orchestra ecc. ecc.  Anche questa tipologia di musicisti, non riesce quasi mai a generare performance di successo, in quanto troppo distratta dalle scuse e soprattutto dalle troppe scelte.

Quando una di queste persone si intestardisce su un pretesto, poi ci si affeziona, lo prende molto sul serio, escogita ragioni per cui secondo lei è valido, e quindi lo usa come un’arma contro se stessa. Succede tutto molto in fretta, al punto che quasi non ce ne si accorge. È un’abitudine di autodifesa che può essere eliminata con un piccolo cambiamento del modo di pensare.

Praticamente ogni grande musicista di mia conoscenza, ammette di dover spesso affrontare le proprie false giustificazioni interiori, come: “Sono stanco, lo farò dopo”, “Ho paura, non mi va di farlo”. Ma sapendo che questi non sono altro che “patterns pericolosi” che vanno superati, vinti, o per lo meno non vanno presi troppo sul serio, invece di lasciarsi sopraffare dal dialogo interiore negativo, questi grandi artisti riescono sempre a restare concentrati su quello che stanno facendo e sui risultati che stanno cercando di ottenere, limitando sempre a al massimo il proprio campo delle scelte.

Buona Giornata a tutti da #MaurizioCamarda

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