Ciao da Maurizio,
la maggior parte delle persone lascia che il cervello elabori una immagine casuale, e in reazione ad essa avverte sensazioni positive o negative. Alcuni musicisti, credono che la loro mente elabori immagini casuali, le quali sono in grado di influenzare le proprie esperienze di suono.

Con l’esperienza, verificherete che nel corso di una esecuzione musicale, è possibile elaborare le immagini mentali ad evocare le sensazioni più idonee al raggiungimento dei propri obiettivi. Ogni strumentista ha un modello tecnico mentale intenzionale o casuale, e dipende sempre da questo modello il raggiungimento dei propri risultati.

Si sa che durante una esecuzione musicale, qualsiasi esecuzione strumentale, implichi anche il coinvolgimento della mente.

Tutti i musicisti, indistintamente, sanno che prima di ogni passaggio tecnico, la loro mente è affollata da tanti pensieri, e che esiste sempre una relazione fra questi e il loro risultato raggiunto.

La cosa strana è che quasi sempre essi, non programmino alcun impegno a selezionare, migliorare e organizzare tali pensieri ed emozioni. Quando compiamo un’azione, è oltremodo improbabile che la nostra mente resti in silenzio, disinteressandosi di quello che stiamo facendo.

I nostri sensi non sopportano la mancanza di attività. Certe facoltà della mente sono responsabili di conseguenze molto negative per le nostre esecuzioni.

Ricordare i passaggi tecnici non riusciti, concentrarsi sugli ostacoli tecnici, “vedere” un eventuale mancanza tecnica, ancor prima di iniziare a suonare, è senza dubbio una dimostrazione negativa della nostra capacità di figurarci le situazioni, ed è stupefacente la costanza con la quale riusciamo a ripetere gli errori ricorrenti.

Ogni nuovo errore commesso durante un concerto o una esecuzione, nella quale ci capita di sbagliare spesso rafforza la probabilità di tornare a commetterlo di nuovo in seguito.
Ma dal momento che disponiamo di risorse tanto potenti, cosa ci impedisce di sfruttarle a nostro vantaggio? Possiamo utilizzarle in un modo nuovo, basta solo che lo desideriamo.

In primo luogo dobbiamo considerare che quando il nostro cervello decide senza un programma, ciò comporta il rischio che scelga qualcosa di inadeguato ai nostri scopi, e allora è senz’altro preferibile adoperare il cervello in modo volontario. Forse allora è arrivato il momento di modificare alcuni dei nostri atteggiamenti mentali. Come? Continuate a seguirmi……

Buona Vita a tutti da Maurizio Camarda

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