Ricorda Duchamp: “Intorno al 1908, Metzinger era molto  più popolare di Picasso. Metzinger spiegava il cubismo » mentre Picasso non ha mai spiegato niente. Ci vollero diversi anni per rendersi conto che non parlare era meglio che dire troppe cose. […] Più tardi Picasso divenne una bandiera. Il pubblico ha sempre bisogno di una bandiera: che sia Picasso, Einstein, o chiunque altro, è la stessa cosa. Dopo  tutto, il pubblico rappresenta la metà della questione.

Goethe amava dire: “Il pubblico vuol essere trattato come le donne: non gli si deve assolutamente dire se non quello che vorrebbero udire”.

 Mentre Wilde sull’argomento era  così convinto: “L’arte non deve mai tentare di farsi popolare:  è il  pubblico che deve cercare di diventare artistico”.

LE MIE RIFLESSIONI:

Quando svolgevo attività concertistica, mi interrogavo parecchio sul rapporto che intercorre tra un’artista e il suo pubblico e spesso mi sono domandato: ma come appaio ai suoi occhi? che cosa si aspetta da me? come lui appare ai miei occhi? che cosa mi aspetto da lui? che cosa appare naturale cosa forzato nell’incontro o nella conversazione……(sono spontaneo o appare tutto una celebrazione?)

Le prime riflessioni le facevo in base alle riposte che il mio corpo mi forniva.  Il corpo è un importante indicatore: tremare esprime un sentimento (del pubblico come dell’artista), il sentimento è un emozione, l’emozione trasuda autenticità. L’emozione del corpo non mente, non è falsa. Io percepisco che non lo è. E’ la tensione prima dell’incontro, per paura di non saper cosa dire, addirittura di sbagliare in quell’istante, in quella possibilità non frequente. E così, se entrambi proviamo un brivido l’un davanti all’altro può voler dire che c’è una aspettativa reciproca. Ma è necessario uno sforzo per questo scambio di energie, non è facile.

Alcune volte il pubblico rimane deluso poichè l’ Artista  ha detto delle banalità. Talvolta il pubblico rimane deluso di se stesso per non aver avuto nulla da dire, talvolta è il cantante ad esserlo del pubblico oltre che di se stesso.

Qualche altra volta il pubblico esalta qualcosa di molto normale solo perchè è il suo cantante o artista preferito  che l’ha detta.

Qualche altra volta il cantante ci si aspetta che dica molto, quando in realtà non ha da dire poco. Poichè egli ha già detto nella canzone ciò che gli premeva dire, e così il pubblico nell’ascolto ha già detto molto di ciò che pensa, perciò tutto sommato non è la fine del mondo, anzi  è piuttosto normale ritrovarsi lì, davanti, limitandosi a farsi firmare la prima di copertina del nostro album!

Poi un giorno, un grande Artista (Maestro e Amico che ora non c’è più)  mi diceva:              “ Maurizio, guarda che è più semplice di come sembra, basta studiare la legge della Causa = Effetto per capirlo. Da ogni azione o pensiero  è inevitabilmente provocata una reazione, che è strettamente proporzionata alla prima. Le azioni (compiute col corpo, con la parola o con la mente) possono essere buone o cattive. Dalle buone derivano conseguenze felici, da quelle cattive provengono reazioni dolorose. Pertanto è semplice: il pubblico è esattamente ciò che pensi che esso sia. Il tuo suono è esattamente ciò che pensi che sia; La tua arte è esattamente ciò che  pensi che sia La tua carriera è esattamente ciò che pensi che sia!”

Subito pensavo che fossero normali  principi buddisti e pertanto non ci prestai più di tanta attenzione. Ma a distanza di anni, ora capisco chè ciò che mi insegnava quel grande musicista erano  invece   delle  riflessioni  su  una grande Legge Universale della  Fisica. Semplice……  troppo semplice ,o forse troppo semplice per essere capita! Bah…ancora oggi non passa giorno cui non ci rifletto sopra!.. ( ACCIDENTI SE CI AVESSI PENSATO PRIMA!)

Buona Giornata!……(Maurizio Camarda)

 maurizio camarda

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