Le innovazioni necessarie per traghettare la musica, lo spettacolo e la cultura nel XXI secolo del futuro, si realizzeranno meglio se a immaginarle e a progettarle saranno dei giovani “di cultura integrale” e non a “cultura parziale”. Secondo il mio modesto parere, i super specializzati non esisteranno più, visto che stiamo già vivendo in piena epoca di qualità totale, dove si parla solamente di produzioni snelle, e di lavoratori creativi il più possibile.
Il giovane musicista del futuro dovrà essere un cittadino con una buona cultura manageriale per partecipare alle scelte all’interno delle sue strutture lavorative (varie forme di copartecipazione saranno sempre più diffuse come Cooperative, Associazioni, Onlus , ecc).
Dovrà possedere una buona cultura internazionale per combattere ignoranza culturale e razzismo, dovrà cambiare cambiare mansioni lavorative più volte nel corso della sua carriera e quindi dovrà studiare tutta la vita per non essere emarginato (e disoccupato) dai grandi cambiamenti, anzi per progettarli e realizzarli.
Ecco allora a mio giudizio, che torna prepotentemente attuale e di forte ispirazione per i giovani, l’ideale umanistico del Rinascimento di “Uomo Integrale”.
L’uomo che, sul modello di un Lorenzo de’ Medici sa essere fine politico, abile banchiere, versatile letterato, che passa con disinvoltura dai toni gai dei Canti carnascialeschi a quelli ascetici delle Laude religiose; o l’uomo che sul modello di un Leonardo da Vinci sa essere pittore e scultore, umanista e ingegnere, inventore di macchine e di idee; o l’uomo che, sul modello di un Galileo Galilei sa essere scienziato e filosofo, uno dei massimi autori della rivoluzione scientifica moderna, coerente sino a sfidare le ire e i processi del Vaticano.
Naturalmente non è necessario che tutti sappiano tutto, né che siano dei Lorenzo de’ Medici o dei Leonardo da Vinci, ma oggi è più di ieri necessario che le conoscenze specialistiche siano sempre inserite in un “quadro” o “contorno” assai ampio.
Specializzazione flessibile non significa un violinista, un insegnante, un orchestrale che non conosca il proprio mestiere, ma significa un insegnante che conosca tutte le applicazioni e contaminazioni possibili ed immaginabili della propria materia strumentale (dall’uso delle prassi del violino barocco, alle conoscenze molto più tecnologiche dello Yamaha SV130, passando dai passi orchestrali ai capricci di Paganini), o un orchestrale che abbia anche buone conoscenze di marketing e di contrattualistiche internazionali, che sia oltre che un musicista completo (con conoscenza dei diversi repertori e della direzione d’orchestra), anche un essenziale supporto efficace per le attività del proprio Ensemble.
Questi “specialisti flessibili” del XXI secolo sono profondamente diversi dagli specialisti della “vecchia generazione”. Essi, quelli del “futuro”, dovranno essere anzitutto specialisti del cambiamento e per essere specialisti del cambiamento, debbono conoscere le grandi linee del cambiamento nel proprio settore e nei settori connessi ed i grandi movimenti culturali, politici e tecnici che ne determinano le complessità.
Anche nel mondo della musica e della cultura, bisogna spingere i nostri giovani ad imbracciare i nobili ideali dell’Uomo Integrale del Rinascimento, se vogliamo avere un Rinascimento Culturale prossimo venturo.
Se ciò non ci interessa, l’alternativa è quella di un “Uomo del Medioevo” prossimo venturo o del Medioevo via satellite, dove le risse etico religiose, gli odi e le invidie, la disoccupazione e le fame e le incapacità politiche che tutti vediamo ogni giorno sugli schermi televisivi, stanno riesplodendo come se la storia fosse tornata indietro di secoli e di millenni.
RAGAZZI: Meditateci sopra…fate ancora in tempo! Buona Giornata da Maurizio Camarda
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