Fare musica può essere la più integrata di tutte le attività umane. Non è esagerato dire che cantare o suonare ci impone di coordinare tutto ciò che siamo – i nostri corpi, menti e spiriti.

Spesso, però, i rigori della pratica e delle prestazioni ci fanno utilizzare  il nostro corpo  in modo   poco ottimale. La cosa su cui riflettere è che ciò che blocca il nostro corpo è solo uno schema mentale e non una situazione fisiologia.

E’ la mente inconscia che gestisce le funzioni del corpo e i  blocchi sono nella nostra mente.  Spesso gli allievi dei seminari, quando spiego queste cose, mi chiedono cosa sia la mente inconscia.  Io rispondo sempre allo stesso modo: “la mente inconscia e quella parte della mente di cui non siamo consapevoli”

Sembrerà scontato, ma non lo è affatto: le mani di un musicista non sono coscienti.  E’ ciò che lui ha sviluppato nella propria mente che gli dà la capacità di muoverle con tanta agilità e leggerezza.

Purtroppo, spesso capita che una mente ansiosa richieda ai muscoli di stringere e irrigidirsi, provocando una reazione conseguente  di  irrigidimento e restringimento  anche dell’esecuzione musicale.

Oltre  a questo, quando siamo sul palco e proiettiamo  un  linguaggio del nostro  corpo rigido e  sgraziato, i nostri ascoltatori percepiscono il nostro disagio e la nostra connessione interprete – pubblico perde improvvisamente   ogni forma comunicativa .

Tra i blocchi inconsci del nostro corpo che possono essere davvero problematici,  vi sono le spalle, perché sono  le nostre articolazioni più mobili,  di conseguenza, la più difficili da coordinare.

Come violinista ho imparato, attraverso i miei grandi maestri della fase iniziale, che un buon allineamento indietro e ben equilibrato delle  spalle rilassate,  è fondamentale per far scorrere  un suono potente, aperto e per  ottenere  una  tecnica priva di tensione.  Ma non avevo mai compreso appieno la vera  consapevolezza di questa postura strumentale.  Poi, con il passare degli anni, dedicandomi anche alle discipline marziali, in particolar modo allo iaido (l’estrazione della spada giapponese), compresi il vero funzionamento del mio corpo, migliorando immediatamente anche la mia tecnica strumentale.

Avevo finalmente capito che dovevo lasciare andare i movimenti delle mie spalle e che non dovevo assolutamente contrastare una loro tendenza a muoversi ed agire indipendentemente dalla mia volontà,  tramite continue  correzioni.

Capii che tentare una correzione, implica sempre uno sforzo e che lo sforzo genera una tensione.  Capii che se si avvertono delle rigidità e tensioni in qualsiasi parte del corpo, non va mai usata la forza per cercare di liberarsene. Questa è la reazione consueta della maggior parte dei miei allievi, ai quali continuo a ripetere che maggiore è la tensione, più leggero deve essere il movimento. Solo in questo modo si riesce ad entrare in sintonia con la propria mente inconscia e a raggiungere finalmente l’armonia tra corpo, mente e strumento.

Come  fare?  Ecco  l’esercizio  che  suggerisco:

Prima di mettervi  a suonare, state in piedi e lasciate pendere le braccia lungo i fianchi. Lentamente, con leggerezza e lasciatele oscillare naturalmente. Poi,  sempre con le braccia distese lungo i fianchi cominciate degli esercizi di rotazione delle spalle in avanti, mantenendo al contempo gli arti superiori distesi. Dieci rotazioni in avanti  molto lente e leggere, alle quali dovranno seguirne altrettante all’indietro. È possibile anche svolgere l’esercizio con le braccia piegate e le mani poggiate sulle spalle;

Fate  l’esercizio chiedendovi: «Che cosa può essere più leggero? Che cosa può essere più rilassato?»

Lasciate sempre che le domande dirigano sempre il movimento e fate attenzione a come influenzano le sensazioni di rilassamento delle vostre spalle.  Più lavorerete con il peso dei vostro corpo e ne prendete coscienza, più la vostra mente troverà quiete e più leggeri e rilassati saranno tutti  i movimenti delle vostre spalle.

Buona Vita a tutti. Maurizio Camarda

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