teatro del baratto

Cari amici, la crisi ci costringe a cambiare abitudini, uscire dagli schemi, ad  inventare nuove strade. Spero infatti che questo mio  blog, possa essere utile per stimolare o ispirare chiunque del mondo dell’arte e dello spettacolo ne faccia una professione

Oggi vi  voglio  raccontare una storia di economie alternative e delle diverse filosofie che sono dietro di esse. Questo a mio parere  può essere salutare per ricordarci cosa sta al fondo degli eventi culturali, nel rapporto con il pubblico, con il territorio che lo accoglie, e in quella che è la parte più profonda che spinge un artista a dare vita a un’opera d’arte.
Il Festival “A veglia” di Manciano è, da questo punto di vista, un esempio calzante.

Nato  da un’idea di Elena Guerrini, attrice e autrice della scena contemporanea, che con la sua famiglia risiede in questo piccolo comune della bassa Toscana, il festival si regge su un’idea semplice e antica: il  BARATTO.

Ma cerchiamo di capire come funziona:  Il festival del baratto si basa su un meccanismo semplice, si invita un attore o una compagnia realizzare degli spettacoli  e come compenso gli viene versato quello che gli spettatori ritengono opportuno, ovviamente per la realizzazione dello spettacolo  si utilizzano  tutte quelle scenografie naturali che consentano di risparmiare sugli allestimenti, tipo scalinate della chiesa, angoli di strade e tutto ciò che può sopperire a costosi impianti audio e luci.

 In  gergo teatrale, questo sistema di esibizione  si chiamerebbe “andare a cappello”. Solo che nell’ipotetico cappello degli artisti non ci va a finire qualche euro sonante, gettato dai paesani a seconda del loro gusto: c’è da contribuire con un biglietto vero e proprio, ma anziché essere pagato in euro viene pagato in natura. Ovvero, coi prodotti della terra dei mancianesi, che si presentano a teatro con qualche bottiglia del loro vino, o con una damigiana d’olio toscano fatto in casa. Una bella sorpresa anche per gli artisti che hanno partecipato al progetto, che se ne sono tornati a casa con una bella quantità di prodotto locali che, a comprali a Roma o Milano, potevano costare anche una piccola fortuna.

Elena Guerrini è un’artista sensibile ai temi della natura e delle economie alternative. L’idea di organizzare un festival simile gli è venuta non solo per necessità, per aggirare l’ostacolo economico di una zona “depressa” dal punto di vista dell’investimento pubblico; Elena Guerrini racconta che la sua preoccupazione maggiore, all’inizio, è stata il coinvolgimento degli artisti. Non volendo creare un piccolo ghetto per artisti in erba che provano i propri lavori in cambio di quasi nulla, in un mutuo scambio tra “poveri”, la direttrice artistica del festival ha da subito cercato di coinvolgere artisti di caratura nazionale, persino dei veri e propri big della scena italiana.

“Ero un po’ preoccupata – confessa – Perché mi chiedevo se artisti abituati a dei cachet si sarebbero prestati a un’operazione del genere. Mi sono dovuta ricredere immediatamente, perché in tanto hanno accettato subito e di buon grado, e se ne sono andati contenti dell’esperienza ma anche della remunerazione in olio, formaggio e vino toscano”. E così dalle parti di Manciano sono passati artisti come Andrea Cosentino e Iaia Forte, o Pippo Delbono, Marco Paolini e Simone Cristicchi,

Brava Elena, e bravi ragazzi quando passo dalle  vostre  parti  vengo a trovarvi!!!!………. e magari collaboriamo assieme nel Veneto!

Maurizio Camarda

PS: Un piccolo consiglio per chi intendesse partecipare: portatevi la vostra sedia, altrimenti resterete in piedi!      info:        avegliateatroabaratto.blogspot.com

ascoltiamo Elena Guerrini in una presentazione del suo originale Festival!

[youtube]http://youtu.be/-NyKlitp1ZI[/youtube]

PASSATE PAROLA GRAZIE!!!

 

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