C’era una volta la Musica Classica con i suoi  concertisti colti e asceti che consumavano i loro  giorni nell’esercizio maniacale del proprio strumento. Testardi, rigorosi e isolati eremiti di un’arte per pochi eletti, sorda a ogni contaminazione e tentativo di svecchiamento. Poi sono arrivate le avvenenti (e bravissime) soliste da copertina, come Anne Sophie Mutter o Viktoria Mullova, violiniste sexy che univano il piacere della buona musica al piacere dell’occhio, soprattutto maschile (ve le ricordate?)

 Oggi….. complici la crisi dell’industria discografica e la ripetitività di un repertorio che sembra blindato, la confusione regna sovrana nell’ambiente piuttosto conservatore della classica, siamo  ormai giunti già alla terza (o quarta) fase di un’impressionante mutazione.

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Violiniste flessuose come top model, affascinanti pianiste che ballano con i lupi, soprano che sembrano dive del cinema: un nugolo di dotate concertiste ha invaso il mondo della classica.  Oggi i soprani sono bellississime donne da copertina. Una volta, invece morivano di tisi sopra i cento chili, mentre la loro alitosi all’aglio rischiava di  stendere i tenori, in quei duetti wagneriani in cui si sta bocca a bocca per circa due ore.

 L’elenco delle bellissime violiniste, pianiste, cantanti liriche è diventato davvero lungo e nemmeno nel  settore maschile non mancano i fusti.

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È lecito chiedersi quali siano oggi le strade del talento per uscire allo scoperto e non sorprende accorgersi che sembrano sempre le stesse: corsi, concorsi, master class.  Ma per emergere, i musicisti di oggi  devono essere capaci d’inventarsi qualcosa: ma non deve essere per forza glamour!

Dopo sessant’anni di discografia di alta qualità tecnica che mette a disposizione incisioni di ogni tipo del grande repertorio, fino a far impallidire il concetto d’interpretazione, la scelta intelligente e della musica da eseguire può essere la carta vincente.

Brava? La violinista la voglio sexy! dicono gli uffici  marketing,  mentre  le direzioni artistiche delle istituzioni musicali sono  ormai abbandonate a loro stesse, oppure peggio nelle mani d’incapaci. Oggi il direttore artistico raramente batte concorsi o teatri piccoli e grandi per ascoltare gli sconosciuti (come si faceva una volta) : fa la stagione via mail o al telefono, sotto la pressione vincente di agenzie e case discografiche che, si badi, sanno  fare il loro mestiere.

Personalmente quando incontro  queste  nuove tendenze della classica,  non mi lascio mai sorprendere dalle loro immagini glamour e  tendo a giudicarle esculsivamente  solo dal punto di vista musicale. Debbo essere sincero però, dietro i loro sguardi ammaliatori e i loro abiti sexy, si impone  nella maggioranza dei casi, una solida tecnica strumentale unita a grandi sensibilità esecutive ed intelligenti  scelte programmatiche.  Saranno il nuove futuro della Musica Classica? Le caratteristiche le hanno tutte. Trovo che qualsiasi tentativo  sia  buono per indurre nelle nuove generazioni  un po’ di amore per la musica! Per me va bene, purchè  continuino ad essere prima brave e poi belle!  Maurizio Camarda

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(Parola di Coach / Tell a Friend)

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