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“Immaginate gli Stati Uniti con poche decine di orchestre, compagnie d’opera, danza e teatro, per lo più con sedi  in alcune delle città più grandi.  Le esibizioni live di quei gruppi sono diventate ormai  un lusso che solo i ricchi possono permettersi, mentre tutti gli altri pagano  solo un paio di dollari per vedere le trasmissioni sul loro computer portatile  o smartphone e possono se vogliono anche non spendere nulla sintonizzandosi  su Youtube”

 Questo è il quadro a tinte fosche che Michael Kaiser,   celebre manager artistico, ex sovrintendente  del Kennedy Center di Washington dipinge in  Curtains ?: Il futuro delle arti in America.

Le sue previsioni sono abbastanza terribile da  far accapponare la pelle agli amanti dell’arte. Del resto si sa, ignorare il futuro  non risolverà il problema e non lo  farà andare via. Questo le  case discografiche, reti televisive, editori di giornali, e altri professionisti dei sistemi scolastici vecchi possono ben  testimoniarlo con i loro bilanci economici disastrati.

” La situazione è deprimente”, afferma Kaiser. “.. non credo che al mondo dell’arte serva che si faccia finta di niente! serve invece che se ne parli il più possibile in tutti i modi possibili”

 La gestione di Michael Kaiser al  Kennedy Center dal 2001 al 2014, è stata caratterizzata da un grande impulso manageriale nei suoi programmi artistici ed educativi. Spicca tra le tante cose realizzate , l’ aver fondato l’Istituto “DeVos of Arts Management” per insegnare le sue formule gestionali  di successo ai giovani.  Il suo metodo è  basato su pochi   ma  solidi assi di sviluppo. Le sue programmazioni artistiche  sono sempre di elevatissima qualità  supportate da un intenso e preciso marketing di  sensibilizzazione nei confronti del pubblico. Tutto questo  negli  Stati Uniti è diventato una sorta di  Metodo Manageriale . Kaiser ha lasciato il Kennedy Center a gennaio 2015 e ora dirige l’Istituto DeVos a Maryland University.

Così,  in questo periodo di crisi internazionali , quando Michael Kaiser parla, il mondo delle arti  lo ascolta….. ( e  anch’io fra gli altri!)

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Quello che dice  nel suo “Curtains?”  è che il paesaggio culturale attuale dobbiamo leggerlo come  un ricco ecosistema di piccoli e medi  ensemble artistici  che presentano  problemi di  salute  differenziata  specie  nelle grandi città come New York .

Questo è stato il risultato di  un boom economico culturale nato dal dopoguerra attorno alla  seconda metà del 20 ° secolo.  Si è vissuta un’epoca artistica d’oro dove  vi  è stato un senso espansivo culturale considerevole in diversi settori dell’arte, in cui tutti, dal presidente del grande ente al piccolo imprenditore locale  vedevano l’arte come un bene prezioso per la società e di conseguenza ne  investivano denaro.

I tempi sono però cambiati, Kaiser sostiene che i fenomeni fondamentali  che hanno  creato  il caos   in  quest’epoca bucolica sono stati due.  Uno è stato il problema di produttività intrinseco alle arti. Come sottolinea Kaiser, ci vuole lo stesso numero di musicisti e  la stessa quantità di tempo per  suonare  una sinfonia  di Beethoven oggi  esattamente  come  veniva fatto 200 anni fa.  Nel frattempo, il costo di violini, stipendi dei  musicisti  e tutto il resto ha continuato a salire, mentre gli aiuti  governativi alla cultura si assottigliavano sempre più a partire dal  1980.

Per compensare questo gap, i gruppi e gli ensemble artistici hanno spesso aumentato i prezzi dei loro biglietti molto più velocemente dell’ inflazione. Kaiser cita il prezzo di un sedile centrale un’orchestra al Metropolitan Opera, che è passato da $ 10 nel 1960 a $ 300 oggi con un divario di 30 punti, mentre l’inflazione nello stesso periodo è aumentato di un  appena 7.8 punti .  Un’abbonamento  per il  Miami City Ballet  che costava  $ 160 nel 1991;  oggi per la stagione 2015-2016  costerà $ 645.

I manager artistici  hanno fatto raggiungere  rapidamente  un prezzo massimo ai loro biglietti, questa  tattica però  ha alienato gran parte del loro pubblico, soprattutto nelle persone più giovani che non sono cresciuti con le arti.

“Purtroppo, è un prezzo  fuori del  nostro  mercato dicono i giovani  e la gentedi conseguenza,  non   sente più di loro interesse i gruppi artistici”, ha detto Kaiser.

L’altro fattore cruciale responsabile del crollo del mondo della Classica americana è stato internet – la tecnologia fondamentale  del 21 °  secolo che  ha  contribuito a creare altro caos  assieme ai produttori  di contenuti ad alto costo, come le industrie di giornali e discografiche.

 Da quando gli  spettacoli dal vivo sono diventati esponenzialmente più costosi, la quantità di on line (youtube) e cinematografica/televisiva  dell’intrattenimento è  letteralmente esplosa. Kaiser  sottolinea  come ora si può vedere  istituzioni famose come il Metropolitan Opera e il Balletto Bolshoi  in  spettacoli girati al vostro cinema locale ad una frazione del costo di un biglietto per il Ballet Florida Grand Opera e Miami City.

 Presto…… predice, sarete in grado di vedere queste offerte on line  ancora per meno soldi.

“Quando si dice posso guardare qualcosa  online gratuitamente o per un importo modesto, oppure pagare $ 100 per andare a vedere  una performance dal vivo,  capite che diventa una scelta molto difficile per un sacco di gente”, afferma Kaiser.

Nel suo sistema “DeVos”, Kaiser rifiuta categoricamente l’editto  diventato ormai famigliare  per  molti gruppi  e ensenble artistici al fine di uscire dalla crisi basato  sul  taglio  dei  costi, delle produzioni, e delle posizioni come un “pregiudizio aziendale”in quanto,  inevitabilmente  questa strategia porta ad una spirale di pubblico sempre più piccolo, con conseguente minor numero di donazioni, con l’inevitabile conseguenza di  maggiori tagli. I travagli della Florida Grand Opera, che sta lottando per sopravvivere nonostante il taglio di bilancio e del personale, sembrerebbero essere un esempio calzante.

” Spesso i membri dei consigli di amministrazione … pensano che se i grandi  manager aziendali  potessero guidare  anche  l’organizzazione artistica di un Teatro, allora si che la cultura diventerebbe redditizia”, scrive Kaiser. « Questa idea è semplicemente sbagliata……..la Musica, la Danza e il Teatro sono un materiale immateriale. Chiunque guidi una struttura  artistica, deve provenire da quel mondo in quanto lo ha respirato sulla propria pelle. I grandi manager aziendali farebbero solo danni!”

Un’altra soluzione di mentalità aziendale  che  Kaiser denigra è  quella  del ricorrere a Blockbuster popolari con programmi come la  9 ° Sinfonia di Beethoven. Tali offerte diventano sempre disponibili online, dice, una troupe regionale non sarà mai in grado di competere con Il lago dei cigni del Bolshoi o Carmen del Met.

“Se sono un teatro locale o un’ Opera Company  e avessi intenzione di competere con successo contro questa massiccia  presenza online che fagocita tutto e tutti, farei meglio a preparare  un lavoro artistico  che è davvero interessante e speciale e che abbia  qualcosa di veramente di  unico,” dice. “Oppure,  verrò considerato come un povero, costoso concorrente di quello che posso invece  ottenere gratis on line.”

In un certo senso, il futuro culturale riflette altre tendenze sociali ed economiche. Così come la ricchezza e il potere sono sempre più concentrate tra un ristretto numero di individui e società potenti, anche per lo scenario del’arte  Kaiser vede  la stessa e identica cosa.

Poiché il numero di piccole e medie dimensioni degli ensemble  continua a restringersi, si prevede che sarà la diversità etnica e  la sperimentazione artistica che  porterà  la prossima tendenza   o il nuovo  grande artista. Questo è facile da comprendere dal momento che le  mega Compagnie   e  le grandi Orchestre dovranno  fare appello al più ampio pubblico possibile (o almeno nella loro linea, dovranno attivarsi ad  offerte di massa.)

Piuttosto desolante. Le soluzioni che  Kaiser offre, provengono dal  suo sistema DeVos e così si possono riassumere:   alta qualità con programmazione innovativa!  costruzioni millimetriche di comunità specifiche di pubblico. Egli cita la New World Symphony, con le sue commissioni multimediali, i  concerti gratuiti all’aperto, la discoteca classica  ed altri eventi di alta qualità per spettatori mirati dai 20 ai 40 anni, come un esempio di successo di un gruppo di medie dimensioni.

“Nel mondo culturale devono lavorare solo  quelli di noi che credono  nel pensiero innovativo e  che affermano “Non sono sicuro che conquisterò  un sacco di gente che verrà al nostro teatro.  Ma credo nella qualità e so che  le buone prestazioni producono  eccitazione,  e passaparola. Quel naturale  “Buzz Marketing” in grado di far dire alla gente: wow, questo è qualcosa da vedere !

 Spero … anche oggi di esservi stato utile!  Maurizio Camarda

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