NESSUN DORMA!: consigli per organizzatori & artisti

Mi  piace osservare il comportamento non verbale del pubblico che assiste agli spettacoli.

 Di solito sono persone over sixty, sì insomma gente non più giovane, di buon livello socio-culturale, vestiti bene, quasi sempre arrivano in coppia. Prendono posto, parlottano tra di loro, danno uno sguardo al programma di sala.

Poi si abbassano le luci e inizia il concerto o lo spettacolo (accade sovente con la danza). Appare il solista, oppure si schiera l’orchestra. Il pubblico si dispone al massimo silenzio. Generalmente a questo punto  sono già le 21 e 20, difficilmente gli spettacoli  in Italia inziano puntuali, (l’orario d’inizio previsto è generalmente le 21.00).

Passano i minuti, sul palcoscenico il musicista o la ballerina  esegue il suo programma e la  comunicazione con gli spettatori è affidata alle sole note che escono dallo strumento musicale o dalle coreografie scenografiche  del corpo di ballo.

 Ma attenzione………sono le 21.45 e  iniziano i primi cedimenti. Gli sguardi fissano il vuoto, le palpebre si srotolano sulle pupille e almeno un terzo dei paganti entra nel “coma musicale”.

Non si può dire proprio che dormano, ma certo non sono più attenti. I più fortunati hanno gli occhiali che, in questi casi, sono uno strumento di mimetizzazione straordinario. Chi non ha problemi di vista si arrangia come può. Ogni tanto l’applauso dei “paganti svegli” interrompe la ninna-nanna e regala un istante di lucidità ai “paganti addormentati”.

L’euforia dura poco: ricomincia la musica, ricomincia il dormiveglia. Nella seconda parte la situazione peggiora.

Non è servito a niente neppure il caffé consumato al bar nel foyer. Ormai siamo entrati in quella che, nei palinsesti televisivi, viene definita seconda serata.

Dopo le 22 e 30 la quota di “addormentati” si fa più consistente. Se lo spettacolo  non è memorabile, metà del pubblico è già cotto.

 Finalmente le performance sono terminate. Ma c’è ancora l’incognita dei bis. E se qualcuno avesse la sfacciatagine  di chiederli? Di solito nel mondo dello spettacolo accade sempre per tutti i generi di arti performative.  Un serata  senza fuori programma, infatti, lascia un retrogusto di non successo.

Non sia mai. E poi………l’artista lo annuncerà ad alta voce  o si butterà con disinvoltura sulla tastiera obbligando il mio vicino a implorarmi di rivelargli il titolo del pezzettino?

Qualcuno di voi penserà che si stia esagerando…………….invece no! E’ TUTTO VERO!

Ma  ALLORA PERCHE’ NON  INNOVIAMO QUESTI PALLOSI CONCERTI CLASSICI E GLI SPETTACOLI DI DANZA CLASSICA!!! MA COSA CI VUOLE? Nessuno tra gli artisti   ha il coraggio di cambiare formula (hanno paura che poi non li chiamano più! Che non li facciano lavorare)…..e dimenticano che il pubblico, salvo un 5 % (di addetti ai lavori, che vengono per curiosità professionale) è  formato DAL 95%  da semplici appassionati.

Che amano la musica o la danza, certo, ma che fanno fatica a stare attenti per due ore di fila, in una sala da 1000 posti osservando un signore che su un palcoscenico lontano suona il pianoforte o che  balla sulle punte.

ORGANIZZATORI…… PERCHE’ NON ANTICIPIAMO GLI  SPETTACOLI ALLE 20.00?, in Inghilterra li fanno alle 19.00   e  magari  METTIAMO UN MAXI SCHERMO SUL PALCOSCENICO?  (aspetta aspetta…….cosa sento?…..COSTA!)  (Ehi……non venitemi a raccontare, si può anche risparmiare: un proiettore HD e una telecamerina digitale  anche fissa non costano eccessivamente).

GLI ARTISTI  POI………RITROVINO IL PIACERE DI COMUNICARE CON IL LORO PUBBLICO, ANCHE PARLANDO, SPIEGANDO LE LORO EMOZIONI, PRIMA E DURANTE LO SPETTACOLO!

Tutti oggi hanno il dovere di  INNOVARE  e tutti hanno ormai il dovere …………di  DISTINGUERSI PER NON ESTINGUERSI! Lo spettacolo non ha mai avuto paura della parola e il melodramma lo dimostra…….ma perché è così difficile da capire!

ABBIATE CORAGGIO!

 

Maurizio Camarda Tell a Friend / Dillo ad un’amico Grazie!

1 risposta

  1. Carla

    ah!ah!ah!mi hai fatto morire dal ridere! però è verissima questa cosa!
    poca interazione, poca condivisione!
    Il palcoscenico per molti è diventato come lo schermo televisivo, guardo passivamente quello che mi viene proposto e spesso e volentieri mi addormento.
    Gli artisti debbono sì rinnovarsi, ma il pubblico deve evolversi 😉
    Andare ad uno spettacolo non è una routine come andare a gettare la spazzatura ( poca mi raccomando e ben differenziata! ).
    La vita sociale si fa anche in altri modi.
    Si comprano l’abbonamento come comprano i quadri! abbinati alle tende e della misura esatta dello spazio sopra il divano!
    ah!ah!ah!

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