Vi siete mai domandati perchè il rapporto tra domanda e offerta nel mercato del lavoro musicale non è equilibrato? Come è possibile questo scarto crescente che esiste tra un’eccessiva offerta di professionisti e le scarse opportunità di impiego nella musica?
Il problema viene ricondotto in larga misura alla crescita del numero dei Conservatori e degli altri Enti di formazione come gli Istituti pareggiati e le Accademie che si è verificato in particolare nel corso degli anni ’70 e che viene da tutti giudicato eccessivo rispetto alle effettive necessità del mercato, con la conseguente crisi di sbocchi professionali per i diplomati.
Pensate solo che in Italia i Conservatori di Musica sono 78 statali e 4 privati. Gli insegnanti in organico (dati 2013) sono 5.897 a cui si aggiungono 1.067 professori a contratto. Gli studenti invece sono 48 mila. Nove conservatori superano i mille iscritti: Bari (1.779), Roma (1.654), Palermo (1.621), Vibo Valentia (1.515), Milano (1.456), Frosinone (1.235), Salerno (1.163), Napoli (1.068), Avellino (1.171).
Appare paradossale che il numero dei Conservatori sia stato aumentato proprio nel momento in cui alcune Orchestre importanti (vedi RAI e non solo) venivano chiuse. L’inevitabile e dolorosa conseguenza è stata la crescente difficoltà per i diplomati a trovare un’occupazione stabile e la precarietà che in molli casi si traduce in sotto occupazione che rappresenta oggi un tratto distintivo di molte delle professioni musicali. Alla critica rivolta all’espansione quantitativa della formazione musicale fornita dai Conservatori si accompagna la denuncia diffusa del loro scadimento qualitativo e della loro perdita di capacità selettiva. Non è bastato equiparare i conservatori alle università. Appena ciò è stato fatto…. il sistema è entrato in crisi!
E’ una mia personale convinzione che ogg,i i Conservatori siano diventati assai meno severi rispetto al passato. Va da se quindi una formazione dei musicisti che appare peggiorata. La selezione che oggigiorno viene praticata nei Conservatori Italiani appare insufficiente a individuare e a collocare sul mercato i professionisti migliori. Oggi i diplomati rispetto alla domanda sono troppo numerosi e spesso anche di livello inadeguato. Sarebbe da domandarsi: come mai il 75% dei diplomati italiani non arrivano all’idoneità nei concorsi per professore d’orchestra?
Molte critiche, bisognerebbe rivolgerle poi, anche a una parte del corpo insegnante, oggi scarsamente qualificato e ai programmi antiquati e obsoleti, incapaci di tener conto delle esigenze musicali del nuovo millennio.
Sulla tematica del merito (essenziale in campo artistico) come una delle vie per uscire dalla crisi, stendiamo un velo pietoso. La meritocrazia nei Conservatori non esiste!…. ogni tanto, qualche bravo Direttore cerca di tirarla fuori…… ma subito gli viene sepolta dal sistema.
E sulle assunzioni dei docenti?: beh guardatevi il video sottostante di Valentina Avon del Corriere TV, perché in 2 minuti e 35 secondi riuscirà a stupirvi!
ATTENZIONE PERO’ non è solo dei Conservatori Italiani la colpa della mancanza lavorativa nella musica!! Nel prossimo articolo cercherò di analizzare tutte le altre variabili ( che sono tante davvero! ) Buona Giornata! Maurizio Camarda
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